L’8 giugno arriva “The sleeping beauty”

Con i primi mesi del nuovo anno, nelle scuole di danza inizia a diffondersi la trepidazione per il saggio. Arriva il momento di scegliere il tema, frutto di un’attenta riflessione volta a vagliare tutte le possibili alternative per trovare quella più calzante per gli allievi. È il momento di assegnare i ruoli, montare le coreografie e provare i costumi.
Quest’anno Attitude ha scelto come soggetto della sua rappresentazione il celebre balletto La Bella Addormentata, di cui proporrà una rivisitazione in chiave moderna adattata alle ballerine della scuola, che si trasformeranno per una sera in principesse, fate, streghe, gioielli ed elementi della natura.

Quando si parla de La Bella Addormentata nel Bosco il pensiero comune richiama come primo riferimento il cartone Disney. Pochi conoscono la versione originale della storia, trasposta poi nel celebre balletto.

La Bella Addormentata è opera dello scrittore francese Charles Perrault (1628-1703), autore de Histoires ou contes du temps passé, avec des moralités, conosciuto anche come I racconti di Mamma Oca, una raccolta di fiabe tra cui Cappuccetto Rosso, Barbablù, Pollicino, Cenerentola, Il gatto con gli stivali e, appunto, La Bella Addormentata.
Come molte altre fiabe, La Bella Addormentata nel corso del tempo è stata oggetto di numerosi adattamenti e revisioni, tra cui la versione riproposta nel balletto di Tchaikovsky. Questo è infatti il secondo balletto in ordine cronologico della trilogia del noto compositore (in ordine: Il lago dei cigni, La Bella Addormentata e Lo Schiaccianoci).
La Bella Addormentata venne messa in scena per la prima volta a Pietroburgo nel 1890 al Teatro Mariinskij, con coreografie di Petipa e libretto scritto da Vsevolozhsky. Dalla prima rappresentazione segue un successo senza eguali, che lo porta ad affermarsi come uno dei balletti più famosi e riprodotti della storia.

Tra i tanti adattamenti successivi, di grande fama ed importanza è stata la versione del Royal Ballet nel 1946, presentata proprio al termine della Seconda Guerra Mondiale. Durante il conflitto, il Royal Opera House come teatro fu chiuso e divenne sede della compagnia di balletto; dopo la guerra, la compagnia vi si trasferì in pianta stabile. Come segno di ripartenza, la compagnia decise di proporre al pubblico straziato dal conflitto una nuova versione de The Sleeping Beauty. Il successo fu clamoroso: la fiaba riuscì a catturare gli spettatori grazie alla bellezza, al senso del colore e all’opulenza, paradossalmente “fatta di nulla, dal momento che la scenografia venne costruita con pochi materiali ed elementi, data la difficoltà economico-sociale del periodo post-bellico” (dalle parole di Monica Mason, ex Director del Royal Ballet).
La vicenda riproposta nel balletto è suddivisa in prologo e tre atti.
Il prologo si apre con la festa per il battesimo della principessa Aurora, un ricevimento maestoso cui sono stati invitati tutti eccetto la strega Carabosse. Quest’ultima, per vendicarsi dell’offesa, scaglia una maledizione sulla neonata: al compimento dei sedici anni, Aurora si pungerà con un ago e morirà. Per sanare la situazione interviene la fata dei Lillà, lanciando a sua volta un contro-incantesimo per far sì che la bimba non muoia, ma cada in un sonno che potrà essere interrotto solo dal bacio del vero amore. Il re, per cercare di arginare la maledizione, fa eliminare dal regno tutti gli aghi e i fusi, affinché Aurora non si possa pungere.
Il primo atto comincia nuovamente con una cerimonia, quella per il sedicesimo compleanno di Aurora. Carabosse, non lasciandosi frenare dai futili tentativi del re per salvare la fanciulla, con un inganno riesce a portare un ago ad Aurora che, pungendosi, si addormenta.
Sarà nel secondo atto che il principe Desirèe, aiutato dalla fata dei Lillà, troverà Aurora nel bosco e, baciandola, romperà il maleficio.
Nel terzo atto vi è un’altra festa, quella per il fidanzamento dei due giovani, cui partecipano tra tutti anche i protagonisti delle fiabe di Perrault.

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